Green Rose
Nel dipinto le due figure sono speculari, una di fronte all’altra come collocate appunto davanti ad uno specchio. La raffigurazione dei due soggetti femminili appare tenue e forte allo stesso tempo. Una medesima figura femminile, che a destra si trova in una dimensione umana, nuda e priva di elementi d’identificazione, mentre a sinistra è decorata da segni simbolici e paramenti sacri. Il dipinto sembra condurre l’osservatore ad una visione che prosegue da sinistra a destra, per poi controbilanciarsi e ritornare al centro, all’uno. Al centro del dipinto si trova il fulcro, sia concettuale che visivo, che attraverso l’irrompere di una densa materia pittorica informale, fatta di schizzi e grumi, magnetizza lo sguardo dell’osservatore che può intuire che in quel punto si celi la chiave di lettura di tutta l’opera. Qui avviene il miracolo, forse l’incontro fra le due parti, quella umana e quella divina, che proprio in quell’attimo prende coscienza di sé scatenando una forte energia, che l’artista ha voluto tramutare in qualcosa di indefinibile, priva di confini, non arginata in una forma, ma potenzialmente ampliabile e tendente all’espansione e al continuo mutamento.
Non è a caso infatti che l’artista abbia scelto di raffigurare questo incontro attraverso un gesto pittorico, il dripping, che libera l’energia creativa attraverso una materia non contenuta ma libera di manifestarsi, sgocciolare e ampliarsi in rapporto alla forza del gesto. I volti delle due figure vengono così irrorati dalla materia esplosa dopo il contatto in uno scambio reciproco di particelle che analogicamente potrebbe rappresentare il riflettere del sacro in ogni cosa.